0

SAVE THE DATE! Francesco Capasso, Giovanna Del Magno, Isabella Ghilarducci | 25.02.2024

TRITTICO

Passato e presente, anima e corpo, paesaggio esterno ed interno, dentro e fuori, confini e zone di passaggio, questi i temi toccati dagli artisti per questa mostra della serie trittico, che esplora proprio la zona di intersezionalità tra tempo, spazio e identità. 

A contrasto con la frenesia che caratterizza le nostre vite e più in generale la nostra epoca globalizzata, le riflessioni dei tre artisti sembrano invece richiamarci ad una sorta di continuum, in cui i confini tra passato e presente, interno ed esterno, cielo azzurro e nuvole sembrano sfumare, lasciando spazio a un’intersezione complessa di identità, sia individuali che collettive. Insieme, ciascuno secondo la propria sensibilità, ci accompagnano nel compito che si propongono, ovvero sondare le profondità di questa complessità, esplorando i legami tra anima e corpo, paesaggio esterno e interno, così come i concetti di dentro e fuori, e i confini e le zone di passaggio.

Uno dei temi centrali che emergono è la dicotomia tra passato e presente. Gli artisti ci invitano a riflettere sul modo in cui il nostro passato influisce sul nostro presente, e come il nostro presente informa il modo in cui percepiamo il passato. Attraverso opere che intrecciano memoria e esperienza vissuta, ci troviamo di fronte a un dialogo in cui il tempo non è lineare, ma risulta fluido e si manifesta attraverso strati di significato, di presenze e di assenze, richiamate in maniera più o meno esplicita, come fa ad esempio Francesco Capasso, che sembra chiedere aiuto al nonno nella sua opera di esplorazione simbolica dello spazio.

L’anima e il corpo sono ulteriormente esplorati come due elementi interconnessi e inseparabili. Le opere presentate ci spingono a interrogarci sulla relazione tra la nostra essenza interiore e il nostro involucro fisico, rivelando le complessità della nostra esistenza umana e la costante danza tra materia e spirito: è quanto avviene nel trittico propostoci da Giovanna Del Magno. Il corpo diviene luogo di scontro ma anche di sintesi tra la nostra fisicità, la nostra presenza come corpi nello spazio e il nostro sentire, la nostra anima, ciò che ci caratterizza più in profondità. L’uso sapiente della luce, delle ombre e dei contrasti ci aiuta a intuire la tensione che scorre tra le tre immagini.

Lo stesso concetto di confine viene poi messo in discussione, proprio per la sua mutevolezza: la zona di passaggio risulta infatti estremamente fluida nell’opera di Isabella Ghilarducci, che sembra volerci guidare in un viaggio attraverso le soglie, invitandoci a esplorare il territorio liminale tra ciò che è noto e ciò che è sconosciuto. Il confine tra ciò che è chiaro e distinto come le idee cartesiane e ciò che invece ci è celato, è nebuloso, messo in dubbio, lasciato intuire non risulta definito una volta per sempre, ma muta costantemente, mettendo in crisi le nostre certezze, consapevoli del fatto che tale mutevolezza è uno dei tratti che contraddistingue il postmoderno.

In definitiva, questi tre trittici carichi di confini e tensioni si presentano come uno specchio delle complesse intersezioni tra tempo, spazio e identità, in cui gli artisti ci conducono, invitandoci a esplorare le sfumature del nostro essere e a interrogarci sulle connessioni intrinseche che definiscono chi siamo e come percepiamo il mondo che ci circonda.

Aldo Torrebruno

.

.

.

ARTISTI Francesco Capasso, Giovanna Del Magno, Isabella Ghilarducci

VERNICE Domenica 25 febbraio, ore 18
Circuiti Dinamici, via Giovanola 21/C Milano

CURATELA microbo.net
La mostra rimarrà aperta nei giorni di: mercoledì (ore 15-17), giovedì e venerdì (ore 17.30-19.30) fino al 13 marzo 2024.

ARTISTI CHE PARTECIPANDO AL PROGETTO