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Cristian Visentin
27/05/2019 - 13/06/2019
Cristian Visentin è uno dei due vincitori scelti da microbo.net tra tutti i partecipanti all’iniziativa Ri-definire il gioiello VII, appuntamento annuale curato da Sonia Patrizia Catena.
Il lavoro di questo artista-designer in linea generale si muove da ispirazioni tratte dal mondo naturale o da quello culturale, ma sempre e in ogni caso si inserisce in giochi di rimandi ad altro, che diventano punto di partenza per le proprie opere, in un’interessante catena di citazioni e riferimenti.
Nelle sue creazioni riecheggia inoltre, come una costante, la riflessione sull’intrecciarsi con la tecnologia, spesso presente in maniera esplicita, come nel bracciale PIX, che restituisce nuova vita ai circuiti elettronici stampati trasformandoli in un gioiello indossabile, o come nel caso della borsa-orecchino BLIND, che cela sotto alla bellezza del gioiello il proprio contenuto tecnologico, permettendoci di riflettere su come questo sia oggi sempre più pervasivo e meriti di essere valorizzato anche attraverso un gioiello, che unisce un utilizzo pratico a quello estetico.
Anche nel bracciale ARCHAIC, che nasce dalla suggestione di uno dei gioielli custoditi nel museo del bijou di Casalmaggiore, è fortemente presente sia il richiamo all’altro da sé, con la spilla originaria degli anni ’40 che offre il proprio design perché esso venga incluso nel bracciale, sia il contenuto tecnologico, poiché si tratta infatti di un gioiello stampato in 3D, le cui forme inglobano grazie ad un alternarsi di pieni e di vuoti, il calco del gioiello di partenza. Il rapporto col mondo reale è presente anche nell’anello FLOW, in cui le morbide volute che avvolgono il dito rappresentano un esplicito richiamo ad una goccia di vino, che scende lungo le linee dell’anello secondo le leggi della gravità, e disegna una forma al contempo ordinata e simmetrica ma anche contorta e sempre differente, in cui anche il colore muta lungo il volgere delle curve, come se la densità della goccia fosse differente da punto a punto. La sintesi tra concretezza della materia, spesso anche innovativa, e originalità e leggerezza conferite dal design emerge in tutta la sua forza nella bracciale BANGLE, creato in vetro borosilicato e in cui il tocco personale viene conferito al momento della realizzazione, quando l’atto creativo permette alla forma di cristallizzarsi, sempre nuova e sempre differente.
Come si è evidenziato, tutte le opere presenti nella piccola personale ospitata dalla nostra Wunderkammer si pongono all’inizio o al termine di una catena di significati, in cui cercano di attirare lo spettatore, purché esso sia disponibile a seguire l’artista nel terreno di mediazione tra forma, materiali e significati.
Aldo Torrebruno
Wunderkammern effimere
Curatela | Anna Epis e Aldo Torrebruno, microbonet
Coordinamento | Sonia Patrizia Catena, Ri-definire il Gioiello
+ locandina HD | foto vernice