OPERE E ARTISTI

No war, please è un’iniziativa ricorrente che a microbo.net abbiamo già attivato in passato: purtroppo sembra davvero che non riusciamo ad imparare dai nostri errori, e ciclicamente sia necessario tornare su questa riflessione, sul nostro desiderio di ascoltare le parole e le immagini di pace dei nostri artisti, in momenti in cui l’umanità sembra dimenticarsi la bellezza e l’importanza di questa parola.
Se la storia continua a ripetere gli stessi schemi di violenza, l’arte, con la sua ostinata resistenza e sensibilità, si fa carico di una doppia missione: quella di memoria – ricordando le atrocità passate per onorare le vittime e scongiurare il futuro – e quella di rivelazione – offrendo prospettive, visioni e linguaggi alternativi a quelli della distruzione. In questo contesto, la collettiva non è solo una mostra, ma un appello visivo e concettuale, un coro di voci che rifiuta l’assuefazione e la retorica del conflitto, rigettando l’idea aberrante della ‘guerra come sola igiene del mondo’, e che il progresso possa avvenire solo attraverso stravolgimenti e non invece grazie al benessere della maggior parte delle persone.
Negli ultimi due anni abbiamo seguito con sgomento quello che sta accadendo in Palestina e abbiamo guardato con speranza all’iniziativa della Global Sumud Flotilla, decidendo di accompagnare virtualmente le navi salpate verso Gaza, con le nostre voci, con le nostre opere, coi nostri pensieri.
La Flotilla ha incarnato per noi la volontà di superare l’isolamento e il blocco, portando un messaggio concreto di solidarietà dal basso. Le opere raccolte in No war, please! hanno navigato idealmente con quelle navi, non portando aiuti materiali, ma un carico altrettanto vitale: la testimonianza culturale. L’artista diventa un attivista silenzioso, che usa il colore, la forma, la propria visione per squarciare il velo dell’indifferenza mediatica e geopolitica, focalizzando l’attenzione non sui calcoli strategici, ma sulla sofferenza umana e sul diritto inalienabile a una vita dignitosa. Le piccole opere che vediamo in mostra sono le nostre barchette di carta, sono i nostri pensieri, sono le nostre parole.
La collettiva di oggi è un modo per testimoniare questa vicinanza, in un momento molto particolare, in cui la tregua faticosamente raggiunta appare fondamentale e al contempo estremamente fragile: la speranza di tutte e tutti noi è che possa godere di sufficiente stabilità, ma che i cosiddetti grandi della terra non si accontentino di accordi al ribasso, ma lavorino per garantire ai popoli che abitano quel lembo di terra una reale convivenza possibile e pacifica.
Se ci accontentassimo di accordi al ribasso significherebbe semplicemente accettare e approvare la sospensione temporanea del conflitto, basata sulla stanchezza o sull’interesse momentaneo, non sulla giustizia. Quello che chiediamo, e che le opere d’arte qui rappresentano, è un salto di qualità etico e politico. La pace vera non è solo assenza di spari, ma la costruzione attiva di un futuro in cui la prosperità – il tema principale dell’iniziativa – non sia un privilegio per pochi, ma un diritto garantito a tutti. Ciò implica il riconoscimento reciproco, il rispetto dei diritti umani e la possibilità di vivere gli uni accanto agli altri, nutrendo non il rancore ma il potenziale creativo e sociale di entrambe le popolazioni. Resta da chiedersi se sia ancora possibile, dopo tutto l’odio che è stato seminato, ma quello che gli artisti sembrano dirci in questa collettiva è che noi ci crediamo, che pensiamo possa essere possibile costruire, con pazienza e fatica, un futuro diverso da quello che si immagina chi per risolvere i problemi vede come unica alternativa quella violenta e peggiore. Vi invitiamo a guardare queste opere, a vedere la forza della speranza e a far navigare con noi questo desiderio di pace.
VERNICE 19.10.2025 Fotoalbum



La mostra rimarrà aperta fino al 13 novembre previo appuntamento (Associazione Circuiti Dinamici +393711724437) nei giorni di martedì-mercoledì-giovedì-venerdì h18-20; chiusa dal 28 al 31 ottobre.

