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Riccardo Giuseppe Mereu

ARTISTA DEL GIORNO | 07.01.2023

<< INCUBO DIGITALE è la paura (in)conscia che la tecnologia, un giorno, possa ribellarsi e divorarci. Per ora è solo un incubo dai contorni indistinti, sfuggenti, ancora confusi; ma se dovesse realizzarsi? Dobbiamo essere previdenti, guardare avanti: fare i backup di tutti i cervelli digitali non basta, dobbiamo mettere al sicuro dati, saperi e doveri, le conquiste delle nostre menti, perché le conquiste dell’informatica rimangano al nostro servizio e non si tramutino, un giorno, in conquista dell’umanità. O peggio: se, invece, fossimo noi, umani, uomini, donne e persone non binarie, a trasformarci, un giorno, in oggetti digitali, in frutti della nostra tecnologica? Se un giorno diventassimo proprio quella I.A. (Intelligenza Artificiale) cosciente che stiamo cercando di creare? Forse non ce ne rendiamo conto e stiamo lavorando proprio in quella direzione. Salviamoci!

Spiegazione in versi:
INCUBO DIGITALE

Sogniamo tranquille, in grembo al nostro evo
digitale. Cavalchiamo la luce
in un bit di memoria, come un fulmine
scalcia il cielo d’estate.

Sogniamo noi, in grembo al nostro evo
digitale. Trasformiamo le chiavi
per aprire nuovi accessi alla luce
sabotiamo lo spazio.

Sogniamo in grembo ancora al nostro evo
digitale? O saremo il nostro incubo?
Per un blackout o un attacco virale
l’algoritmo è bestiale.

Sogneremo incubi in digitale?
Sogniamo in tempo, finché siamo in tempo.

Riccardo Giuseppe Mereu Pavia, 10 aprile 2014 – Pavia, 27 novembre 2022 >>

Riccardo Giuseppe Mereu

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TRITTICO

Il trittico è un formato affascinante, cui siamo avvezzi per molte ragioni: è dal medioevo infatti che trittici di varia natura e vari materiali ci osservano dalla storia dell’arte, e ci affascinano col loro offrirci punti di vista differenti, ma anche con il proprio avvolgerci, utilizzandoci come ideale chiusura dello spazio aperto che il trittico definisce. Al contempo abbiamo adattato la struttura tripartita anche ad altri utilizzi, più prosaici forse ma non meno importanti, quali ad esempio le specchiere per il trucco, in cui ancora una volta ci immergiamo per osservarci da ogni lato. Siamo così passati dallo spirituale all’estetico, ma in ogni caso indaghiamo, osservandole da più prospettive, le nostre anime e i nostri volti, in una sorta di approfondimento del sé che può essere interiore e esteriore.
Il trittico però può essere anche interpretato come una sequenza logica o temporale, non necessariamente sincrona, quindi indagine che non si svolge solo in estensione, ma anche in maniera verticale seguendo il filo del discorso o il succedersi cadenzato degli eventi.
Per questo ci sembra affascinante l’idea di chiedere ai nostri artisti di utilizzare questo formato: tre immagini che raccontino, in estensione o in profondità, sincronicamente o diacronicamente una storia, unite dal filo rosso del formato e dalla potenza del numero, che ha affascinato l’uomo sin dai tempi di Pitagora – che lo definiva il numero perfetto, sintesi di uno e due, chiusura della cosiddetta triade ermetica. 

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