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4Jewels

Genos di Adriana Del Duca
Daniela Luzzu
Rita Martinez
Nobahar Design
Wunderkammern effimere

La collettiva 4jewels presenta le opere di quattro degli artisti segnalati da microbo.net tra tutti i partecipanti all’iniziativa Ri-definire il gioiello VII, appuntamento annuale curato da Sonia Patrizia Catena.

Si tratta di quattro gioielli che riempiono gli spazi con la propria fisicità, mostrando la volontà dei designer di ibridare lo spazio del corpo – che indossa i gioielli – con quelli fisici cui si richiamano, che inglobano o cui fanno riferimento, contestualizzandosi e davvero ridefinendosi.

Tutte le opere sono ispirate da gioielli presenti al museo del bijou di Casalmaggiore, che ha ospitato il vernissage di Ri-definire il gioiello VII.

Motus leporarius, di GENOS di Adriana del Duca rappresenta un inno al movimento, alle forme cinetiche rappresentate dal levriero che rincorre la lepre, ripetuto per formare la collana, che può essere indossata in due sensi, a seconda che si desideri osservare il levriero mentre corre verso di noi o si allontana. Si tratta quindi di un gioiello che amplifica lo spazio in cui viene indossato, grazie al movimento da o verso la persona, ad indicare una volontà di entrare in contatto con il proprio contesto.

Dalla concretezza dello spazio colmato dal movimento del levriero si passa a spazi più astratti, come quelli disegnati dai rilievi creati dal legno nella collana Anthitesis di DANIELA LUZZU. L’ispirazione questo caso proviene da una spilla contenente una pietra preziosa, su cui la designer compie un movimento di astrazione, spostando il focus del proprio lavoro dal materiale alla forma concettuale. Infatti la forma viene recuperata grazie ai diversi piccoli pezzi di legno che sovrapponendosi e giustapponendosi la richiamano, ma compiono al contempo una sorta di destrutturazione, scomponendo e ricomponendo, quasi a significare come sia nell’interpretazione la cifra distintiva del postmoderno.

Con il Drago Pedro, di RITA MARTINEZ, il gioiello richiama esplicitamente la scultura: si tratta infatti di una spilla ispirata ad un bijou che rappresenta un trittico dedicato a San Giorgio e il drago. L’animale mitologico, simbolo potentissimo che richiama il rapporto tra reale e immaginario ed il caos primigenio che informa di sé l’intero universo, esce così dallo spazio bidimensionale del trittico per acquisire plasticità e occupare lo spazio fisico di una spilla-scultura, conquistando l’ambiente circostante a chi la indossa.

Lo spazio reale e fisico dell’ambiente circostante e la propria particolare connotazione semantica sono invece l’ispirazione da cui ha origine la parure anello e bracciale Bāzār di NOBAHR DESIGN. L’operazione è qui quella di ricollegare fisicamente i piccoli volumi dell’accoppiata anello-bracciale allo spazio fisico del Museo del bijou, richiamando una chiara ispirazione architettonica, ma al contempo, in maniera quasi stilnovistica, andando anche a citare il tempo in cui varie aziende della zona si sono associate per poter incidere maggiormente, proprio come accade per le varie botteghe che formano un bāzār. Anche in questo caso il richiamo del designer è allo spazio fisico, che riecheggia attraverso le proprie forme sul corpo di chi indossa il gioiello.

Come si è evidenziato, tutte le opere presenti nella piccola collettiva ospitata dalla nostra Wunderkammer propongono quindi una ridefinizione dello spazio, attraverso diversi stili e sensibilità, modificando il rapporto tra chi porta i gioielli e chi li osserva.

Aldo Torrebruno


vernice

Lunedì 27 maggio, h 18.30
Spazio espositivo microLive @Circuiti Dinamici
Via Giovanola, 19/c Milano

Wunderkammern effimere
Curatela | Anna Epis e Aldo Torrebruno
Presentazione | Aldo Torrebruno
Coordinamento | Sonia Patrizia Catena
Allestimento | Lorenzo Argentino
Partners | microbo.net | Ri-definire il Gioiello | Circuiti Dinamici Milano

+ eBook

locandina HD

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