<\/p>\n\n\n\n
L’attesa \u00e8 un sottile filo che intreccia le nostre vite quotidiane, un’esperienza intrisa di gesti apparentemente ordinari, ma carica di profondi significati. Nel vortice frenetico della quotidianit\u00e0, ci ritroviamo spesso ad attendere, fissando l\u2019orologio alla ricerca di qualcuno o qualcosa, come un appuntamento, una risposta, o anche semplicemente il caff\u00e8 mattutino. In queste attese, si nasconde un’opportunit\u00e0 di riflessione, un gesto ripetuto che identifica chi siamo.<\/p>\n\n\n\n
L’attesa pu\u00f2 essere anche quella di un viaggio imminente. Una sala d\u2019attesa deserta, dove mancano le persone in prossimit\u00e0 di nuove avventure, ma che ancora accoglie riflessioni ed emozioni. \u00c8 come se il tempo si dilatasse, e ogni minuto fosse un tassello di un puzzle che si compone lentamente, alimentando la memoria, l\u2019entusiasmo e l’ansia.<\/p>\n\n\n\n
In questo contesto, il tempo scorre come una goccia che cade, e la fotografia cristallizza in un’immagine la forma che si crea. Oggetti ed elementi sostituiscono la figura umana, perch\u00e9 sono in grado di evocarne la presenza, l’assenza, il pensiero.<\/p>\n\n\n\n
Il caff\u00e8 nella tazzina diventa un rituale di contemplazione, un momento di condivisione tra chi parte e chi resta, un gesto quotidiano che assume un significato straordinario.<\/p>\n\n\n\n
Anna Epis<\/p>\n\n\n\n