{"id":8355,"global_id":"www.microbo.net?id=8355","global_id_lineage":["www.microbo.net?id=8355"],"author":"4","status":"publish","date":"2016-11-27 00:54:45","date_utc":"2016-11-26 23:54:45","modified":"2017-02-10 23:04:42","modified_utc":"2017-02-10 22:04:42","url":"https:\/\/www.microbo.net\/event\/agata-ivana-sorgi\/","rest_url":"https:\/\/www.microbo.net\/wp-json\/tribe\/events\/v1\/events\/8355","title":"Agata Ivana Sorgi","description":"

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Dobbiamo alla genialit\u00e0 di Rudolf Arnheim, psicologo della Gestalt vissuto nel secolo scorso, il concetto illuminante di visual thinking <\/em>(titolo della sua opera forse pi\u00f9 nota), ovvero di pensiero visuale. La sua teoria \u00e8 che questo particolare tipo di pensiero non si attivi solo quando ragioniamo di arte o di altre esperienze figurative e visuali, ma fondi in realt\u00e0 tutto il pensiero, tout court, e che la presunta dicotomia che la tradizione ci ha tramandato tra vedere e pensare, tra percepire e ragionare sia per l\u2019appunto presunta, ma non abbia basi solide. Tutti i processi visivi per Arnheim seguono infatti schemi propri del ragionamento, al punto che potremmo dire che vedere e pensare sono talmente intrecciati da essere indistinguibili \u2013 e del resto uno degli assunti teoretici fondamentali per i gestaltisti afferma che bisogna cercare di osservare l\u2019unit\u00e0, la globalit\u00e0, il tutto, quasi in maniera olistica, pi\u00f9 che la somma dei dettagli che lo compongono.<\/p>\n

L\u2019opera di Agata Ivana Sorgi va oltre, perch\u00e9 non si tratta nel suo caso di pensiero visuale, ma della rappresentazione che l\u2019artista ci pone dinnanzi del pensiero stesso: il tentativo infatti \u00e8 quello di rappresentare con notevole cura formale e un certo minimalismo di ispirazione orientale il concetto stesso di pensare e di pensiero.<\/p>\n

Si tratta di un dialogo interiore che l\u2019artista letteralmente intesse nello spazio, utilizzando diversi strumenti per cercare di offrirci una visione esteriore e quindi rappresentabile di ci\u00f2 che si svolge nella sua mente ed intorno a lei. Il risultato viene ottenuto attraverso una notevole delicatezza e un\u2019attenzione considerevole ad ogni dettaglio, ma anche in questo caso \u2013 come suggerisce Arnheim \u2013 facendo s\u00ec che le molte parti e i molti stili e i molti strumenti visivi che compongono la sua opera concorrano a formare qualcosa di pi\u00f9 che una mera giustapposizione o stratificazione di curatissimi particolari, per rappresentare in maniera pi\u00f9 ampia, unitaria, sintetica, il concetto stesso di pensiero.<\/p>\n

Aldo Torrebruno<\/p>\n

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4 dicembre 2016\u00a0– 13\u00a0gennaio 2017
\n<\/span>Spazio espositivo microLive @Circuiti Dinamici
\nVia Giovanola, 19\/c Milano<\/span><\/p>\n

La mostra \u00e8 aperta nei giorni di gioved\u00ec, venerd\u00ec e sabato h 17-19
\nChiusa per festivit\u00e0 natalizie dal 22.12.2016 all’8.1.2017<\/span><\/p>\n

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Il progetto raccontato dall\u2019artista<\/h4>\n

Pensieri. Pensieri messi su carta.<\/span><\/p>\n

Pensieri che nascono all\u2019improvviso, che riaffiorano dopo tanto tempo, che permangono per tutta la vita, che si alternano, che rimangono in ogni attimo del nostro esserci. Il pensiero vive di una sua dimensione temporale e spaziale. Un pensiero \u00e8 la cattura di un attimo in uno spazio. Generalmente un pensiero viene esternato, viene comunicato ma tante volte rimane nascosto, forte nella sua intimit\u00e0.<\/span><\/p>\n

Indago sovente nei miei pensieri per scoprire nuove possibilit\u00e0 di me stessa. Provo a rapportarmi con lo spazio che mi circonda, immagazzinando, tramite i miei sensi, sensazioni e impressioni. I miei pensieri sono dunque la mia risposta allo spazio che mi coinvolge. Il rumore del silenzio \u00e8 ci\u00f2 su cui insiste maggiormente la mia indagine.<\/span><\/p>\n

Pacatezza e serenit\u00e0 che ci consentono di interpretare e affrontare l\u2019esistenza con una pi\u00f9 consapevole interiorit\u00e0. Personalmente mi propongo di parlare in silenzio. La leggera e appena percettibile presenza del colore deriva, contrariamente a ci\u00f2 che si pu\u00f2 pensare, da una tradizione tipicamente orientale di amore appassionato per la bellezza dei suoi colori e soprattutto per le loro sfumature. Nel mio caso colori freddi, sostanzialmente verdi o blu. Lo stesso nero viene considerato come lo strato pi\u00f9 profondo della bellezza in cui tutti i colori trovano la loro definitiva attenuazione. I confini del nostro pensiero sono illimitati. Microscopiche porzioni di tempo li determinano, li immortalano. Pensieri semplici e immediati, colmi nella loro essenzialit\u00e0. Il poeta nascosto in ognuno di noi percepisce in un fenomeno sensibile un \u201cmoto perpetuo\u201d, l\u2019essenza dell\u2019anima, un frammento di vita piccolissimo rispetto all\u2019intero cosmo, un semplice pensiero che nella sua essenzialit\u00e0 si manifesta. Pensieri, preziosi respiri che provengono dal cuore, pensieri miei.<\/span><\/p>\n

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Qual e\u0300 il ruolo che le Arti Visive hanno oggi, all\u2019interno della societa\u0300?<\/h4>\n

Siamo costantemente sottoposti ad una miriade di suoni, colori, immagini. Tante volte passivamente coinvolti, talvolta \u00e8 il nostro stesso occhio che vaga alla ricerca di un segnale visivo capace di emozionarci o semplicemente catturare la nostra attenzione. Trovo che le Arti Visive siano da sempre una componente essenziale al nostro modo di percepire, di sentire, di vivere. Vanno appunto osservate, indagate, colte e messe a disposizione. Fanno parte del nostro comunicare consapevolmente e\/o inconsapevolmente.<\/span><\/p>\n

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Quale rapporto deve avere il tuo lavoro con lo spazio espositivo?<\/h4>\n

La mia ricerca vive di un suo spazio e di un suo tempo. Cerca collocazione e viaggia attraverso l’ambiente che la ospita. E’ mia intenzione far si’ che ci sia equilibrio e corrispondenza tra le parti. Nessuna imposizione, n\u00e9 prevaricazione. Una dolce miscela che tragga beneficio e che esterni pacata serenit\u00e0 tra i suoi elementi.<\/span><\/p>\n

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Come vedi oggi il rapporto tra artista e rete web, che ancora una volta mette in discussione l\u2019unicita\u0300 dell\u2019opera riproducendola e diffondendola?<\/h4>\n

L’unicit\u00e0 dell’opera, oggi, forse ha subito un cambio di paradigma.
\n<\/span>E’ probabile che non si possa pi\u00f9 parlare di \u201cpezzo unico\u201d da un punto di vista materico, ma che si debba ormai cercare senso e respiro nell’unicit\u00e0 dell’idea, del pensiero, della messa in onda …\u00a0 <\/span>\u201con air\u201d.
\n<\/span>L’istantaneit\u00e0 dell’oggetto e\/o del suo significato nella nostra epoca deve forse tradursi in quell’insieme di percezioni visive-sonoro-acustiche, che vivono di una loro realt\u00e0 e che, se pur tuttavia riproducibili, non esauriscono la loro essenza.<\/span><\/p>\n

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Agata Ivana Sorgi, nata a Catania. Consegue la maturit\u00e0 scientifica e successivamente il diploma di laurea in Decorazione presso l\u2019Accademia di Belle Arti di Catania. La sua tesi di diploma ha avuto come oggetto \u201cLa stanza della Terra e del Fuoc \u201c di Luigi\u00a0<\/i><\/span>Mainolfi a Castel di Tusa. Ad oggi insegna in qualit\u00e0 di docente di Storia dell’Arte e Disegno.<\/i><\/span><\/p>\n

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\"Agata<\/a><\/p>\n

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