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Stefano Rossoni

26/02/2017 - 10/03/2017

Stefano Rossoni
My ancient Japan

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Il viaggio è sempre occasione di conoscenza, perché ci permette di confrontarci con realtà differenti da quelle in cui siamo quotidianamente immersi, perché rappresenta l’occasione per osservare luoghi nuovi, persone diverse, modi di vivere (più o meno) distanti. Il resoconto di viaggio, sin dall’antichità, è assurto a vero e proprio topos letterario e oggi, nella nostra epoca dominata dall’immagine, il viaggio è anche occasione per mostrare agli altri il nostro modo di vedere, quindi interpretare e comprendere, il mondo. L’attività di fotografare in viaggio, inoltre, diviene quasi-meditativa, perché porta il fotografo a soffermarsi alla ricerca del dettaglio, dell’inquadratura, delle scelte cromatiche che caratterizzino il luogo in cui si è. Nel caso di Rossoni quanto detto sopra si rivela ancora più potente, perché la scelta del fotografo sembra conformare l’atteggiamento meditativo col luogo che viene fotografato: il Giappone, terra di meditazione per eccellenza, ma anche terra di forte contrasto tra tradizione e più sfrenata novità e febbre tecnologica. Rossoni in questo caso smentisce potentemente lo stereotipo del paese all’avanguardia della tecnica, maniacalmente proiettato nel futuro, per offrirci invece il suo sguardo su quella che considera la vera anima del paese del Sol levante, quella tradizionale, antica, fatta di gioco tra natura e materie prime old style: pietra, legno, stoffa. Non ci sono grattacieli e mega schermi nelle foto che ci propone, né scenari alla Tron in cui la cultura ha cancellato totalmente il paesaggio naturale, quanto piuttosto un tenace attaccamento a valori tradizionali e una simbiosi tra manufatti e natura, che rappresenta non solo la cornice, ma anche ciò che valorizza al massimo l’opera dell’uomo.
La wunderkammern dedicata a questo giovane fotografo ci offre pertanto una visione molto personale e decisamente affascinante dell’estremo oriente, trasportandoci lontano, offrendoci un resoconto che è anche occasione di comprendere un paese così culturalmente eterogeneo rispetto alla nostra realtà.

Aldo Torrebruno

 

 

Il progetto raccontato dall’artista

Questa mostra fotografica vuole raccogliere in pochi scatti la bellezza, l’amore per la religione e le tradizioni del Giappone, ma anche sottolineare l’immensa cura per i dettagli che a mio parere caratterizza in modo spiccato il popolo nipponico. Il tutto può essere messo in contrasto con l’odierna concezione che abbiamo noi occidentali dei giapponesi: una popolazione estremamente tecnologicizzata, consumista, immersa nel caos metropolitano e con lo sguardo sempre rivolto al futuro.

 

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Qual è il ruolo che le Arti Visive hanno oggi, all’interno della società?

Le arti visive sono estremamente importanti nella società odierna, per la quale l’immediatezza della comprensione del messaggio svolge un ruolo cardine. Del resto, trovo poco significativo spiegare in molte parole ogni singola foto, preferisco indicare un semplice titolo e lasciare che sia lo spettatore a trovare i particolari dello scatto o il significato celato dietro ad esso.

 

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Quale rapporto deve avere il tuo lavoro con lo spazio espositivo?

Penso che ogni fotografia necessiti del suo spazio affinché possa esprimersi nella sua totalità.

Fotografie troppo vicine impediscono la focalizzazione sul singolo scatto, lo spettatore non deve essere distratto da elementi esterni alla fotografia; deve potersi concentrare solo su di essa, per poterne cogliere ogni particolare e sfumatura.

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Come vedi oggi il rapporto tra artista e rete web, che ancora una volta mette in discussione l’unicità dell’opera riproducendola e diffondendola?

Bisogna accettare il fatto che vivendo ormai in un era totalmente dominata dalla tecnologia sia inevitabile, una volta caricata la propria fotografia su internet, che essa possa essere riutilizzata impropriamente. Personalmente penso che basti essere soddisfatti del proprio operato e non dare peso a ciò che può accadere in rete, basta l’approvazione di poche persone che sappiano riconoscere i tuoi sforzi, indipendentemente dal fatto che siano o meno esperti del settore.

 

 

 

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Stefano Rossoni nasce a Milano nel 1997. La sua vita da fotografo inizia quattro anni fa, sebbene sia in contatto con la fotografia da tutta la vita a causa di parenti amanti di tale arte; ogni anno realizza migliaia di scatti, traendo importante esperienza da ognuno di essi, crede profondamente nell’apprendimento sul campo rispetto a quello teorico. Si ritiene un fotografo amatoriale, pronto a lanciarsi in nuovi viaggi per trovare scatti sempre migliori e affinare la tecnica. Nel 2016 vince il concorso fotografico indetto dal Liceo Scientifico Guglielmo Marconi di Milano sul tema dell’acqua. 

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LOCANDINA | HD Pdf

Dettagli

Inizio:
26/02/2017
Fine:
10/03/2017
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