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Antonella Agnello

ARTISTA DEL GIORNO | 02.12.2022

<< 1-Non si rendeva conto di essere riuscita a fuggire dal luogo dove l’avevano rinchiusa e tenuta prigioniera. Ma ora era fuori, libera, anche se davanti a lei c’era un intrigo di rami:sembrava un bosco stregato. A costo di soffrire ancora lo doveva attraversare. Raccolse tutto il suo coraggio e via…..graffi, ferite, mani sanguinanti, capelli strappati…..
2-Ecco l’inizio di un sentiero in salita, con tanta pietre sconnesse. Ai lati erbacce secche, piante spinose. L’unica via era scavalcare pietre su pietre sperando di trovare un angolo dove potersi nascondere e riposare.
3-In cima al sentiero si aprivano varie rientranze che sembravano grotte. Scelse quella con all’ingresso un albero che aveva tutta l’aria di un guardiano. Si sdraiò sfinita ma con la speranza di riuscire a tornare a casa
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Antonella Agnello

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TRITTICO

Il trittico è un formato affascinante, cui siamo avvezzi per molte ragioni: è dal medioevo infatti che trittici di varia natura e vari materiali ci osservano dalla storia dell’arte, e ci affascinano col loro offrirci punti di vista differenti, ma anche con il proprio avvolgerci, utilizzandoci come ideale chiusura dello spazio aperto che il trittico definisce. Al contempo abbiamo adattato la struttura tripartita anche ad altri utilizzi, più prosaici forse ma non meno importanti, quali ad esempio le specchiere per il trucco, in cui ancora una volta ci immergiamo per osservarci da ogni lato. Siamo così passati dallo spirituale all’estetico, ma in ogni caso indaghiamo, osservandole da più prospettive, le nostre anime e i nostri volti, in una sorta di approfondimento del sé che può essere interiore e esteriore.
Il trittico però può essere anche interpretato come una sequenza logica o temporale, non necessariamente sincrona, quindi indagine che non si svolge solo in estensione, ma anche in maniera verticale seguendo il filo del discorso o il succedersi cadenzato degli eventi.
Per questo ci sembra affascinante l’idea di chiedere ai nostri artisti di utilizzare questo formato: tre immagini che raccontino, in estensione o in profondità, sincronicamente o diacronicamente una storia, unite dal filo rosso del formato e dalla potenza del numero, che ha affascinato l’uomo sin dai tempi di Pitagora – che lo definiva il numero perfetto, sintesi di uno e due, chiusura della cosiddetta triade ermetica. 

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