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Melina Condurso

13.07.2021

Così l’artista presenta il proprio lavoro:

<< Le bustine da thè come scrigno e memoria del tempo trascorso sorseggiando qualcosa di caldo e sperando nel futuro. Abbiamo vissuto un tempo lento, faticoso, meditabondo, sospeso. Il tempo dei minuti che occorrono all’acqua calda per rianimare le foglie essiccate del the, per fare riscaldare il corpo in un altro inverno difficile, incerto e un po’ più buio. E allora su quelle bustine, mentre piano piano si asciugano, si addensano i frammenti degli attimi vissuti, di chiacchierate al telefono o davanti ad un monitor, in un’allegoria un po’ onirica di sovrapposizione di memoria. E i ricordi si fanno sbiaditi come stoffe lavate troppe volte, a volte spezzati e riannodati come fili fragili, a volte un po’ sfilacciati come un vecchio merletto un po’ rovinato, ma che per sempre sarà il lembo di qualcosa di bello ed indimenticabile. E allora diventa importante fissare, cucire, segnare e conservare ciò che siamo stati, tra le pagine del prossimo libro per il prossimo tempo da vivere. >>

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La velocità con cui il tempo scorre per ciascuno di noi, che ovviamente è un concetto diverso dal matematico scorrere dei secondi che si succedono uno uguale all’altro, richiama la differenza tra tempo e durata, di bergsoniana memoria. Da un lato infatti abbiamo il tempo della scienza, osservabile, misurabile, analitico, certo, ma anche asettico nel suo succedersi concatenato; dall’altro quel coacervo di sensazioni e stati mentali, che ognuno di noi vive non in maniera sequenziale e matematicamente scomponibile, ma come un continuo fluire, sulla cui velocità percepita è enorme l’influsso dello stato psichico di ciascuno. Lo stesso evento, che il tempo misura come identico, può avere durata estremamente differente per ciascun essere umano che abbia occasione di viverlo: a volte pochi minuti sembrano un’eternità che non vuole saperne di passare e il tempo sembra letteralmente sospeso, altre volte intere ore volano via, senza che ne abbiamo percezione, convinti che siano passati pochi attimi. Ognuno di noi ha avuto esperienza di questa differenza, che rappresenta uno dei grandi misteri dell’uomo e della sua mente: il tempo che cerchiamo costantemente di ingannare finisce sempre per ingannare noi, allontanandosi praticamente sempre, nella percezione di ognuno, dal semplice dato misurabile. Bergson concludeva che la durata è l’unico tempo che esiste per ciascuno di noi: sicuramente è l’unico che possiamo percepire direttamente, per il quale non abbiamo bisogno di astrazione – come invece accade col tempo della scienza – per misurare ogni singolo attimo.

Curatela
Anna Epis e Aldo Torrebruno
microbo.net